Sostenibilità flotta aziendale: a che punto siamo?
A che punto siamo con il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nella flotta aziendale nel 2024? Quanto i fleet manager sono realmente interessati all’elettrico? Ci sono incentivi perle aziende? Vediamolo insieme.
Introduzione: la sostenibilità della flotta passa anche per l’elettrico
L’azienda ha diverse strategie a disposizione per perseguirei propri obiettivi di sostenibilità all’interno del proprio parco auto:
- l’elettrificazione della flotta,
- l’eco-guida,
- i premi ai dipendenti più virtuosi sul tema green,
- i tempi di sosta in cui spegnere il motore,
- l’auto appropriata per il percorso,
- gli pneumatici alla giusta pressione,
- la revisione dei veicoli sempre puntuale,
- le rotte mirate,
- l’uso di carte carburante.
Daremo, in questo articolo, uno sguardo attento al primo punto. (Gli altri sono ampiamente sviluppati nel nostro Glossario, alla voce Sostenibilità).
L’elettrificazione della flotta
Il primo (e forse il più intuitivo) tra gli impegni che l’azienda può assumersi per ridurre drasticamente la propria impronta ecologica consta nella transizione all’elettrico.
Il passaggio a mezzi a basse (o zero) emissioni non è un’operazione semplice, né rapida, ma con il giusto supporto (ad esempio quello di un software di gestione), l’azienda ha la possibilità di operare l’elettrificazione in maniera estremamente efficace.
L’elettrico in Italia: a che punto siamo?
Ma a che punto è l’elettrico nel nostro Paese?
Le cifre, in Italia, non sono particolarmente confortanti se paragonate a quelle europee e il quadro non brilla nemmeno se le cifre attuali si mettono a confronto con i dati relativi allo stesso periodo dello scorso anno. L’aspetto positivo, però, è che le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa (BEV, PHEV, ibridi, Mild Hybrid, e altro) stanno per eguagliare quelle dei veicoli a motore endotermico.
Secondo lo studio annuale (pubblicato il 1° febbraio 2024)condotto da Motus-E (associazione che riunisce gli operatori della filiera italiana della mobilità elettrica, “costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione”), infatti:
- “i BEV circolanti in Italia al 31 gennaio 2024 sono poco più di 222.711 con le immatricolazioni full electric che a inizio anno sono pari a2.947 unità, contro le 3.334 dello stesso mese del 2023. Questo significal’11,61% in meno rispetto a gennaio 2023.”
(Con la sigla BEV si indicano i veicoli a trazione puramente elettrica, Battery Electric Vehicle).
Mentre:
- “Il mercato auto complessivo registra in Italia a gennaio142.406 immatricolazioni, in progresso del 10,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (+13.729 unità).”
Le percentuali delle immatricolazioni sono così distribuite:
- Benzina, 30,5%
- Diesel, 18,8%
- Mild Hybrid, 27,1%
- Ibrido, 10,7%
- Ibrido Plug-In, 2,8%
- Elettrico puro, 2,1%
Le immatricolazioni di modelli a motore endotermico prevalgono ancora, a gennaio 2024, su quelle dei modelli a trazione alternativa con il 51,3 % del totale (benzina 30,5% + diesel 15,8%), ma i modelli Mild-Hybrid vincono sul diesel (Mild-Hybrid 27,1%).
Il diesel è da sempre la scelta numero uno nelle modalità di rifornimento dei veicoli delle flotte aziendali per via dei consumi contenuti e dei prezzi relativamente bassi del carburante, ma qualcosa sta cambiando anche in Italia, seppur molto a rilento rispetto ad altri Paesi europei (come la Germania, l’Olanda, la Francia).
Quanto i fleet manager sono realmente interessati all’elettrico?
Come ogni anno da sette anni a questa parte, FleetMagazine nel 2023 ha condotto una ricerca (“La grande corsa”) su 103 aziende di tutte le dimensioni e operanti in diversi settori di mercato (con un parco totale di133.466 veicoli, che rappresentano “il 12,96% del parco circolante aziendale in Italia, appena sopra il milione di unità”).
È emerso che l’interesse verso l’elettrificazione è in crescita, incalzato soprattutto dalla volontà di diminuire le emissioni di CO2e di abbracciare una svolta green, ma che si procede ancora lentamente e che i dubbi restano, in particolare sulle plug-in e sui loro eccessivi consumi ed emissioni, così come sulle full electric.
FleetMagazine afferma che:
- “I Fleet e Mobility manager interpellati ci hanno evidenziato come le flotte siano il principale sbocco per le auto – per i veicoli commerciali un po’ meno – elettrificate, in particolar modo per le plug-in, sulle quali, però, si addossano nubi nere per extra-consumi ed emissioni non reali.
- Tra le benzina e le diesel alla spina – poche, quest’ultime, ma tutte piuttosto premium – le full hybrid e le full electric, si arriva al26% del totale del parco auto. Con le elettriche pure a superare di poco le 4mila unità (6% del totale), rispetto alle 2.562 di un anno fa.
- Una cautela sul puntare decisamente sull’elettrico che si vede anche nelle risposte che ci hanno dato su quante auto elettriche e/o ibride sono state inserite in flotta negli ultimi mesi, con le hybrid al 75,5%e le elettriche al 48%.”
Il diesel si attesta dunque, ancora, in cima alle classifiche di gradimento come alimentazione per le auto aziendali, ma sono le ibride le preferite dai gestori di flotte, tanto che il 76,8% dei fleet manager ha dichiarato che le inserirà nel 2024 nel proprio parco auto.
La ragione principale per l’alta quota di ibride sulle elettriche pure è la cosiddetta “ansia da autonomia”: gli autisti e i fleet manager vogliono andare sul sicuro nei viaggi più lunghi e, con gli ibridi, il motore a combustione può essere utilizzato in qualsiasi momento.
Ma la fiducia nell’elettrico puro è in crescita: il 61,2% dei fleet manager ha infatti dichiarato che ne introdurrà, in flotta, quest’anno.
I Veicoli Commerciali Leggeri
Il panorama che riguarda i VCL, per FleetMagazine, invece, è ancora sconfortante:
“Sui veicoli commerciali elettrici invece, malgrado il grande attivismo dei costruttori in questo segmento (lo scorso anno molte Case hanno presentato i loro e-van), le percentuali sono, di gran lunga, più basse: solo il 10% dei Fleet manager intervistati ne ha inserito almeno uno negli scorsi 12 mesi, mentre sono il 22,8% quelli intenzionati a introdurli in flotta quest’anno.”
Gli incentivi
Incentivi per l’acquisto di auto elettriche (per privati e per piccole e medie imprese – comprese le persone giuridiche)
Il governo ha stanziato, per agevolare l’acquisto di mezzi a bassa emissione di CO2 (Ecobonus):
- 650 milioni di euro per gli anni 2022, 2023, e 2024. Il bonus includerà l’acquisto, anche in leasing, di auto elettriche, ibride ed Euro 6, moto elettriche e il car-sharing.
Purtroppo, però, non sono previsti bonus per le flotte aziendali.
Il bonus è diviso in base a tre fasce di emissioni di CO2 e può aumentare con la rottamazione di un veicolo più inquinante. Il decreto fornisce dati molto dettagliati. Sarà possibile ricevere:
- fino a 5 mila euro di bonus con rottamazione di un veicolo di classe inferiore a Euro 5;
- fino a 3 mila euro senza rottamazione, per le auto elettriche nella fascia tra 0 e 20 grammi di emissioni di CO2;
- fino a 4 mila euro con rottamazione e fino a 2 mila senza, per le ibride plug-in con emissioni tra i 21 e i 60 grammi di CO2;
- un massimo di 2 mila euro, solamente con la rottamazione di un’auto compresa nelle classi tra Euro 0 e Euro 5, per i veicoli con emissioni di Co2 tra i 61 e i 135 grammi.
Incentivi per i veicoli commerciali
Le piccole e medie imprese (comprese anche le persone giuridiche) che esercitano l’attività di trasporto di merci in conto proprio o in conto terzi, possono beneficiare di incentivi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica. Il contributo viene concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore a Euro 4.
(I veicoli N1 sono quelli destinati al trasporto di merci, aventi massa massima non superiore a 3,5 t; mentre i veicoli N2 hanno massa massima superiore a 3,5 t ma non superiore a 12 t).
Ecco lo schema degli incentivi per i veicoli commerciali elettrici previsti negli anni 2022, 2023 e 2024:
- 4.000 euro per l’acquisto di veicoli N1 fino a 1,5 t;
- 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 t e fino a 3,5t;
- 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 fino a 7 t;
- 14.000 euro per i veicoli N2 superiori a 7 t e fino a 12 t.
Incentivi per installazione colonnine di ricarica (per aziende – e privati)
Come accennato, le aziende, in Italia, non possono approfittare degli incentivi sull’acquisto o sul leasing di auto a basse, bassissime o zero emissioni, ma di un altro tipo di bonus: il «Bonus Colonnine Elettriche» (gestito dalla società Invitalia, dovrebbe essere prorogato anche per il 2024 – il decreto attuativo si avrà in febbraio).
Il Governo e il Ministero della Transizione Ecologica hanno stanziato 90 milioni di euro per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture e punti di ricarica per auto elettriche (Decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 25 agosto 2021).
Quest’iniziativa è dedicata ad aziende, enti pubblici, e privati che svolgono attività commerciali (quindi: persone fisiche che esercitano attività commerciali, artistiche e professionali e persone soggette all’imposta sul reddito delle società – IRES).
Costo installazione colonnina in azienda
Secondo lo studio condotto da LuceGas, il costo per l’installazione di una colonnina in azienda prevede:
- circa 3.500 euro per le opere murarie,
- circa 1.000 euro per la connessione alla rete elettrica,
- dai 700 ai 12.000 euro per la colonnina in sé.
Al totale, però, è necessario applicare lo sconto del 40% previsto dal finanziamento statale (valido fino al 2024 compreso) destinato proprio alle aziende per l’installazione delle colonnine presso la loro sede.
Conclusione
Il diesel la fa ancora da padrone nelle flotte aziendali italiane, ma la fiducia nell’ibrido e nell’elettrico puro è in crescita.
Occorrerà, però, che:
- si rinnovino, dal 2025, gli incentivi per l'installazione di colonnine in azienda e per l'acquisto di veicoli green (per privati, piccole e medie imprese),
- lo stato estenda i bonus per l'acquisto di mezzi elettrici anche alle grandi imprese,
- che cresca la distribuzione dei punti di ricarica sul territorio italiano.