Installare stazioni di ricarica per auto elettriche in azienda
I vantaggi, tipologie, costi e agevolazioni per installare stazioni di ricarica per auto elettriche in azienda.
I vantaggi della transizione della flotta all’elettrico
Il passaggio all’elettrico della flotta aziendale permette, anzitutto, un significativo risparmio a livello energetico e una diminuzione consistente nelle emissioni di CO2, a tutela dell’ambiente.
I propri veicoli hanno la possibilità di circolare nelle ZTL e nei centri storici senza limitazioni e, non da ultimo, l’azienda – grazie a questa svolta green – acquista notevole prestigio a livello d’immagine, tanto in ambito nazionale, quanto internazionale.
Parallelamente alla transizione, si pone però la questione sui punti di ricarica: ha senso installarne in azienda? Quale tipologia preferire? Quanto costano? Ci sono agevolazioni per le imprese?
I vantaggi dell’installazione di stazioni di ricarica in azienda
Avere stazioni di ricarica in azienda riduce sensibilmente i costi di gestione, di manutenzione e di rifornimento della propria flotta.
Le stazioni, inoltre, possono essere messe a disposizione dei clienti (servizio assai raro, dunque estremamente appetibile per chi è già passato all’elettrico), il che comporta una fortissima valorizzazione della propria immagine.
Infine, porre una o più colonnine in uno spazio proprio – e nelle infrastrutture, in punti strategici – spalanca nuove prospettive di business: si viene infatti inseriti in app e mappe che si occupano di tracciare le stazioni di ricarica (e agevolano prenotazione e pagamento) e si sfruttano queste piattaforme per incrementare la propria visibilità, nonché offrire questo servizio anche a clienti occasionali (che possono poi fidelizzarsi).
Le tipologie dei punti di ricarica
Esistono, anzitutto (come evidenziato da Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), quattro tipologie di ricarica, a seconda della potenza/velocità d’erogazione:
- lenta o slow, per ricariche fino a 7,4 kW;
- accelerata o quick, per ricariche fino a 22 kW;
- veloce o fast, per ricariche fino a 50 kW;
- ultra-veloce o ultra-fast, per ricariche oltre i 50 kW.
Queste quattro tipologie si concretizzano in due soluzioni principali: wallbox e colonnine.
- Le wallbox sono caricatori elettrici installati nel muro, funzionano a corrente alternata (AC) e hanno potenza minore. Appartengono dunque alla tipologia slow e quick (7-22 kW) e rappresentano la soluzione migliore a livello domestico e per le piccole e medie imprese.
- Le colonnine, invece, sono caricatori inseriti in soluzioni verticali fissate al pavimento (pali), funzionano a corrente continua (DC) e hanno potenza maggiore. Appartengono alla tipologia fast e ultra-fast (23-50 kW e oltre). Le colonnine fast sono generalmente scelte dalle grandi aziende, dagli esercizi commerciali e dalle pubbliche amministrazioni, mentre le colonnine ultra-fast, molto ingombranti e costose, si trovano per lo più sulle autostrade e negli snodi extra-urbani.
(Un’ulteriore soluzione per le grandi aziende che volessero elettrificare la propria flotta potrebbe essere, anziché l’installazione di una sola colonnina fast, quella di più wallbox quick, al fine di ricaricare diversi veicoli contemporaneamente).
Costi di acquisto e installazione
Arera propone una lista chiarissima ed estremamente dettagliata dei costi:
- per i dispositivi di ricarica lenta/slow (fino a 7,4 kW) la spesa media per l’acquisto e l’installazione di una wallbox si pone tra i 900 € e i 1.500 €, per un valore medio approssimativo di 1.200 € IVA inclusa.
(Esistono anche soluzioni low-cost da 700 € e soluzioni top di gamma da 1.700 € e oltre). - Per i dispositivi a ricarica accelerata/quick (fino a 22 kW) i prodotti base (monopresa, con potenza di 11 kW e senza alcun meccanismo di autenticazione, né connessione internet) possono avere prezzi di poco superiori a quelli del segmento precedente, compresi tra 700 e 1.300 € + IVA.
Per una colonnina con due punti di ricarica, ciascuno da 22 kW, i prezzi oscillano nell’intervallo tra 2.000 e 4.000 € + IVA (con funzionalità base i prezzi sono ridotti fino a 800-1.000 € + IVA). - Per i dispositivi per ricarica veloce/fast (fino a 50 kW) la colonnina ha un costo compreso tra 22.000 e 29.000 € + IVA, ma esistono dispositivi meno prestazionali, anche se interessanti (come wallbox con una sola presa da 30 kW a 7.500 € + IVA o colonnine da 24 kW, i cui prezzi possono variare tra 12.000 €, monopresa, e 19.000 € + IVA).
- I dispositivi per ricarica ultra-veloce/ultra-Fast (oltre 50 kW) sono i più costosi.
Per quelli compresi tra 60 e 150 kW, i prezzi variano tra 26.000 e 40.000 € + IVA, crescenti con la potenza erogata. Per i dispositivi di potenza compresa tra 150 e 350 kW, i prezzi variano tra 54.000 e 80.000 € + IVA, crescenti con la potenza erogata.
Normativa
Il parcheggio aziendale è considerato un «luogo privato aperto a terzi». È dunque assimilato - dalla normativa italiana - ai luoghi pubblici.
Se perciò l’azienda decide di installarvi stazioni di ricarica, esse devono appartenere al Modo 3 della normativa internazionale IEC 61851-1, ovvero deve esistere un collegamento diretto del veicolo elettrico alla rete AC di alimentazione tramite apparecchiature apposite.
L’installazione delle stazioni di ricarica da parte delle aziende non prevede la richiesta di autorizzazioni o permessi (a parte le consuete esecuzioni delle pratiche aziendali con comunicazione di codice fiscale e iscrizione al Registro Imprese), proprio perché la colonnina/wallbox di ricarica è considerata impianto aziendale, gestito autonomamente dall’azienda stessa.
Agevolazioni
Sono 90 i milioni di euro stanziati dal Governo e dal Ministero della Transizione Ecologica per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture e punti di ricarica per auto elettriche: si tratta del «Bonus Colonnine Elettriche» (gestito dalla società Invitalia), che prevede un contributo statale a fondo perduto del 40% (Decreto del Ministero della Transizione Ecologica del 25 agosto 2021).
Quest’iniziativa è dedicata ad aziende, enti pubblici, e privati che svolgono attività commerciali (quindi: persone fisiche che esercitano attività commerciali, artistiche e professionali e persone soggette all’imposta sul reddito delle società - IRES).
Ogni richiedente può presentare una sola domanda.
Il denaro messo a disposizione dal Governo è così distribuito: l’80% è destinato alle imprese che vogliono eseguire interventi di valore inferiore a 375.000 euro; il 10% agli interventi di cifra superiore; e il restante 10% alle persone fisiche nell’esercizio di attività di impresa.
Le imprese che vogliono accedere al «Bonus Colonnine Elettriche» devono rispettare alcuni requisiti fondamentali:
- l’azienda deve avere sede in Italia e deve risultare in attività,
- dev’essere iscritta all’INPS o all’INAIL e avere una situazione fiscale regolare, come risulta dal Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC),
- non dev’essere in difficoltà, ai sensi del regolamento di esenzione,
- dev’essere in regola con gli obblighi fiscali,
- non deve aver fatto richiesta di altri contributi che facciano parte dello stesso decreto del Ministero della Transizione Ecologica.
I professionisti, invece: - devono risultare in regola con gli adempimenti fiscali, con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali,
- devono avere un volume di affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per la quale si richiede il bonus colonnine,
- non devono aver fatto richiesta di altri contributi che facciano parte dello stesso decreto del Ministero della Transizione Ecologica.
- Se operano in regime forfettario, possono accedere al bonus e chiedere un contributo su strutture di ricarica che non superino il valore di 20.000 euro.
Il decreto, molto dettagliato, prevede dunque un contributo del 40% sulle spese ammissibili così ripartito: - parlando di corrente alternata con potenza compresa tra 7,4 e 22 kW, sono previsti 2.500 € di contributo per ogni wallbox installata con singolo punto di ricarica, e 8.000 € di contributo per colonnine con due punti di ricarica.
- Per la corrente continua, invece, è previsto un contributo di 1.000 € a kW per colonnine fino a 50 kW, di 50.000 € a colonnina per impianti a 50 kW, e 75.000 € a colonnina per impianti da oltre 100 kW di potenza.
Ma quali spese sono considerate ammissibili? Il decreto è, ancora una volta, molto preciso: - le spese ammissibili sono quelle soggette a fatturazione elettronica (spese legate all’acquisto e alla messa in opera delle infrastrutture di ricarica, tra cui l’installazione di colonnine, di impianti di elettrici, e la realizzazione di opere edili strettamente correlate e necessarie all’installazione degli impianti. Sono ammessi anche i costi di connessione alla rete elettrica esistente, con un tetto del 10%, e lo stesso limite è imposto ai costi di progettazione, direzione dei lavori, sicurezza e collaudo).
Le colonnine, invece, per essere ammissibili devono: essere nuove di fabbrica; avere una potenza di almeno 7,4 kW, garantendo almeno 32 ampere per ogni singola fase; rispettare i requisiti minimi di cui all’articolo 4 della delibera dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente n. 541/2020/R/e del 15 dicembre 2020; essere situate sul territorio italiano e in aree pienamente accessibili ai beneficiari; essere costruite secondo le regole del commercio ed essere dotate di dichiarazione di conformità, secondo il Decreto Ministeriale n. 37 del 22 gennaio 2008 e il preventivo di connessione definitivamente accettato. - Le spese non ammissibili invece sono imposte, tasse e oneri di qualsiasi genere; consulenze di qualsiasi sorta; le spese relative a terreni e immobili; l’acquisto di servizi diversi da quelli per la connessione e per progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi, anche se funzionali all’installazione; le spese per costi relativi ad autorizzazioni edilizie, alla costruzione e all’esercizio.
Tramite il sito del Ministero della Transizione Ecologica o il sito di Invitalia è possibile presentare domanda per ricevere il bonus colonnine. Entro 120 giorni si riceve, generalmente, risposta dal Ministero, anche in caso di richiesta respinta.