A quando un futuro solo elettrico per le automobili?
Molte case automobilistiche avevano immaginato una produzione solo elettrica già dal 2024, ma la maggior parte sta ritrattando, perché l’elettrico non è ancora nella fase di pieno decollo che ci si sarebbe attesi. Vediamo cosa sta succedendo.
Introduzione: un futuro solo elettrico?
Molte case automobilistiche avevano immaginato una produzione esclusivamente elettrica già dal 2024, ma la maggior parte sta ritrattando, perché il mercato green non è ancora in quella fase di pieno decollo che ci si sarebbe attesi. A quando, allora, un futuro solo elettrico per le automobili? Vediamolo insieme.
La situazione dell’elettrico in Italia
Le cifre, in Italia, non sono particolarmente confortanti se paragonate a quelle europee e il quadro non brilla nemmeno se le cifre attuali si mettono a confronto con i dati relativi allo stesso periodo dello scorso anno. L’aspetto positivo, però, è che le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa (BEV, PHEV, ibridi, Mild Hybrid, e altro) stanno per eguagliare quelle dei veicoli a motore endotermico.
Secondo lo studio annuale (pubblicato il 1° febbraio 2024) condotto da Motus-E (associazione che riunisce gli operatori della filiera italiana della mobilità elettrica, “costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico e movimenti di opinione”), infatti:
- “i BEV circolanti in Italia al 31 gennaio 2024 sono poco più di 222.711 con le immatricolazioni full electric che a inizio anno sono pari a2.947 unità, contro le 3.334 dello stesso mese del 2023. Questo significal’11,61% in meno rispetto a gennaio 2023.”
(Con la sigla BEV si indicano i veicoli a trazione puramente elettrica, Battery Electric Vehicle).
Mentre:
- “Il mercato auto complessivo registra in Italia a gennaio142.406 immatricolazioni, in progresso del 10,6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (+13.729 unità).”
Le percentuali delle immatricolazioni sono così distribuite:
- Benzina, 30,5%
- Diesel, 18,8%
- Mild-Hybrid, 27,1%
- Ibrido, 10,7%
- Ibrido Plug-In, 2,8%
- Elettrico puro, 2,1%
Le immatricolazioni di modelli a motore endotermico prevalgono ancora, a gennaio 2024, su quelle dei modelli a trazione alternativa con il 51,3 % del totale (benzina 30,5% + diesel 15,8%), ma i modelli Mild-Hybrid vincono sul diesel (Mild-Hybrid 27,1%)
La situazione dell’elettrico in Europa: il Market Share europeo dei BEV
A livello europeo, tutti i grandi Paesi registrano un incremento nel Market Share dei BEV:
- in testa l’Olanda con il 30,85% su tutte le immatricolazioni,
- seguono Belgio e Germania, che entrano nel 2024 con percentuali del 19,36% e 18,46%,
- il Regno Unito, la Francia e la Spagna si attestano su percentuali del 16,56%, 16,83% e 5,72%,
- chiude l’Italia con il 4,22%.
In ogni caso, seppur l’Europa sia di certo in una posizione avanzata rispetto al nostro Paese nella corsa all’elettrico, non è ancora possibile parlare di un futuro solo elettrico per le automobili. Non ora, perlomeno.
L’elettrico non prende ancora il volo: per quale motivo?
Le auto green costano ancora troppo
Secondo lo studio condotto da Vita&Affari:
- “Le vendite di auto elettriche crescono meno del previsto.
- Con le case che oltre alla sfida dei prezzi ora devono rivedere le strategie sull’endotermico, rallentando la messa in pensione dei modelli diesel e benzina.
- L’inaspettato rallentamento delle vendite di vetture a spina si è plasticamente evidenziato nel crollo del 20% delle azioni Tesla che in un anno ha visto bruciare circa 150 miliardi di dollari dalla sua capitalizzazione di mercato, più del doppio del valore di Volkswagen.”
Il problema di fondo sta nel fatto che gli acquirenti non sono disposti a comprare le versioni green dei modelli endotermici perché costano ancora troppo. Pagare il 30 o il 40% in più per avere un veicolo elettrico è ancora troppo.
I nuovi modelli sotto i 25mila euro nel 2024
Dal 2024 si potranno avere modelli green a prezzi più abbordabili, secondo lo studio condotto da Ratti Auto:
- “Nel corso del 2024 debutteranno, infatti, diversi modelli di auto elettriche economiche con prezzi compresi tra i 20.000 e i 25.000 euro.
- Inoltre, tutti questi modelli potranno beneficiare degli Incentivi Ecobonus, se la loro struttura non cambierà nel 2024.”
I modelli che costeranno meno di 25mila euro saranno:
- Citroen E-C3,
- Cupra Raval,
- Fiat Panda,
- Renault 4, 5, Twingo,
- Skoda Small,
- Tesla Model 2,
- VolksWagen ID.1/ID.2
I tempi di ricarica sono ancora troppo lunghi
Gli acquirenti di auto, inoltre, si lamentano perché i tempi di ricarica dei veicoli elettrici sono ancora troppo lunghi, sebbene siano migliorati negli ultimissimi anni.
In genere una ricarica, oggi, richiede:
- tra le due e le otto ore con corrente alternata,
- tra i quindici e i quaranta minuti con corrente continua (ma sono troppo poche le colonnine di questo tipo disponibili).
Le colonnine di ricarica sono ancora troppo poche
In generale, la difficoltà di molti automobilisti sta anche nella ricerca di infrastrutture di ricarica lungo le tratte da percorrere.
Sebbene infatti:
- la densità di colonnine sul territorio sia in aumento (quasi il 40% in più rispetto al 2022) nel nostro Paese,
- fuori dalle grandi città è ancora difficile trovare punti per rifornire le proprie auto green,
- inoltre, circa il 60% è concentrato al Nord, il resto distribuito tra Centro, Sud e Isole.
In Europa, invece, le colonnine sono cresciute di circa 200mila unità rispetto al 2021.
Il problema per le case automobilistiche: un mercato che non decolla e la minaccia di multe dall’UE 2
Le direttive UE in materia di sostenibilità si fanno sempre più stringenti. Entro il 2035 sono previste “zero emissioni nette” (secondo i piani già approvati, quali il Green Deal).
Questo significa che le case automobilistiche:
- dovranno produrre solo veicoli green entro il 2030,
- dovranno pagare multe salatissime qualora non riuscissero a modificare in toto (o quasi) la loro produzione, per rientrare nel range di emissioni totali imposte dall’UE (Bloomberg dichiara che Volkswagen potrebbe vedersi accollare multe superiori ai 2miliardi di euro qualora non dovesse essere in grado di rientrare nei canoni UE delle emissioni).
Mercedes, Ford e General Motors rallentano sulla produzione esclusivamente elettrica
Se il 2030 doveva essere l’anno della svolta totalmente elettrica:
- per Mercedes, il mancato decollo del mercato green di quest’anno ha portato la grande casa automobilistica a rallentare la transizione, mantenendo ancora saldo l’investimento sui veicoli endotermici. Lo ha dichiarato pubblicamente a fine febbraio (2024), durante la presentazione dei propri dati finanziari dello scorso anno. Presenterà, però, il nuovo fuoristrada elettrico nel 2024, Classe G;
- per Ford e General Motors ci sarà una concentrazione della produzione sulle ibride, più che sulle puramente elettriche, perché gli acquirenti sono più inclini ad avere a disposizione anche un motore tradizionale “di riserva” per qualsiasi evenienza.
VolksWagen rallenta, ma pianifica intese
Per VolksWagen c’è una brusca frenata nella produzione elettrica e la casa automobilistica posticiperà la quotazione di PowerCo (produttore di batterie), ma sta pensando a una joint venture con Renault e Stellantis al fine di proporre una produzione green sufficientemente abbordabile dal punto di vista del prezzo per contrastare Tesla e Cina.
Apple rinuncia all’investimento sull’elettrico
Apple, dal canto suo, racconta Bloomberg, dopo ben dieci anni di sperimentazione, abbandonerà i propri investimenti sull’elettrico, prima ancora di entrare sul mercato, proprio a causa del mancato decollo delle vendite dei veicoli green.
Restano in testa i cinesi e Tesla
Reggono bene, seppur colpiti anch’essi dal raffreddamento del mercato green, i produttori cinesi e il colosso Tesla che, all’inizio di quest’anno è stato comunque superato dai concorrenti d’Oriente in produzione e distribuzione.
Conclusione: a quando, allora, un futuro solo elettrico perle automobili?
Il 2024 non sarà, quindi, un anno di decollo per l’elettrico.
Ci si sta orientando sul 2030, che secondo i piani UE dovrebbe, però, essere l’anno di approdo del percorso di transizione, non l’anno di avvio dello stesso.
Ci sono ancora problemi da risolvere:
- i prezzi delle auto sono ancora alti (seppur stiano calando),
- le colonnine devono aumentare in numero (seppur la quantità stia crescendo),
- i tempi di ricarica devono diminuire.